mercoledì 8 giugno 2011

9 Giugno 2011, 1.45

FOR NOT ITALIAN PEOPLE, DON'T TRANSLATE, THERE IS ALSO THE ENGLISH VERSION


Avevo iniziato questo blog dicendo che ci sono 2 cose che odio della vita: il risotto alle zucche e iniziare un testo. Beh, in questo momento mi sto rendendo conto che esiste una terza cosa che odio profondamente della vita, ed è finire un qualcosa che avevo iniziato e che mi ha portato grandi soddisfazioni.
Camera pulita, valigie praticamente fatte, ultima notte in Erasmus. Dopo 5 mesi in permanenza in quel di Lund, si volta le spalle e si ritorna a casa.
Molti associano questo giorno a una cosa triste, deprimente, ricco di lacrime e pianti. Io mi sento fuori dal coro. Per me questo è un giorno bellissimo. Per me questo è un giorno in cui realizzo che ho speso gli ultimi 5 mesi della mia vita in un modo meraviglioso, ricco di esperienze di vita di ogni genere, incontrando un gruppo di persone fantastiche. E' vero, domani tutto questo finirà, ma è sempre qualcosa che ti resta dentro, per il resto della tua vita, e che nessuno ti toglierà mai. Per questo motivo domani, quando salirò sull'aereo, non mi metterò a piangere, non mi farò prendere dalla malinconia, ma semplicemente ripenserò a tutto quello che ho vissuto in questi mesi, sorridendo perché è stato bellissimo.
Ripenserò a tutti i propositi che avevo quando l'aereo l'avevo preso per venire al Nord, che sono stati ampiamente superati. Ripenserò a tutto quello passato insieme, partendo dallo Welcome Party per arrivare all'ultima notte in Wermlands Nation, passando dalla Sea Battle, dal viaggio a Stoccolma, dalle giornate in spiagge e laghi, e dai milioni di party passati insieme sulle note di "Con un deca" e "Pedro Barbosa". E non lo farò solo domani, ma anche dopodomani, la prossima settimana, i prossimi anni. Perché questi sono stati momenti bellissimi, e i momenti belli vanno ricordati sempre e comunque, in qualsiasi momento della tua vita!
La vita di questo blog finisce qui. Forse un giorno lo riprenderò in considerazione, chi lo sa. Ma il suo scopo era quello di raccontare la mia vita in Erasmus, ed il risultato è stato perfetto. Ringrazio tutti quelli che hanno avuto la voglia di leggerlo, di commentarlo, da tutte le parti del mondo, e in lingue diverse. Ringrazio tutte le persone che mi hanno ricoperto di complimenti, dicendo che è stato scritto benissimo, anche se personalmente ci credo il giusto.
Voglio concludere il tutto con il tributo a un ragazzo, cui il titolo del blog è dedicato. Un ragazzo di cui ho apprezzato profondamente la storia, e che secondo me non ha fatto la fine che meritava. Un ragazzo che, poco prima di morire, ha scritto "la felicità è autentica solo se condivisa". Noi in questi mesi abbiamo condiviso tantissimo, ed è stato fantastico. Spero di aver dato pure un piccolo contributo personale a tutti voi con questo blog. Ciao!!!



I began my blog saying that I hate two things in my life: risotto with pumpkin and begin a text. Well, in this moment I'm realizing that I hate also a third thing in my life, and it is to finish something that I began and that brought me so much satisfaction.
Room cleaned, suitcase almost done, last night in Erasmus. After 5 month spent in Lund, it's time to turn around and come back home.
A lot of people think that this day is a sad day, depressing, full of tears. I don't think so. For me, this is a beautiful day. For me, this is the day that I really realize that I spent the last 5 month in a fantastic way, full of every kind of experience, with a group of fantastic people. It's true, tomorrow everything will be finished, but it's however something that stays inside yourself, for all the rest of the life, and nobody can steal it. For this reasons tomorrow, when I will take the flight, I will not cry, I will not be sad, but simply I will think about all the things that I did in this period, smiling because it has been amazing.
I will think about all the expectations that I had when I took the flight to come to the North, that are been widely respected. I will think about all the time spent together, from the Welcome Party to the last night in Wermlands, with in the middle the Sea Battle, the trip to Stocholm, the days spent on the beach or in the lake, the thousands of parties enjoyed with "Con un deca" and "Pedro Barbosa". And I will not do it only tomorrow, but also the day after tomorrow, the next week, the next year. Because that moments were beautiful, and the beautiful moments must be reminded always, in every time of your life!
The life of this blog is finished. Maybe I will write something else in the future, who knows. But the aim was to talk about the Erasmus life, and it worked very well. I want to say thanks to all the people who read this blog, post on this blog, from every part of the world and in different languages. I want to say thanks also to the people who said a lot of congrats to me because the blog is well written, even if I don't think so.
I want to finish everything with a tribute to a guy, from who the blog takes the title. A guy with a story that I really loved, but with a end that really he didn't deserve. A guy who, just before die, said "happiness only real when shared". We shared a lot in these months, and it was beautiful. I hope to have given a little bit of contribution with my blog, to all of you. Ciao!!!

(probably Google Translate was better than me, but at least I tryied!)




martedì 7 giugno 2011

Tiriamo le somme...

Arrivato pressoché alla fine del mio periodo in terra straniera, scriviamo un po' le "prime volte" che mi ha regalato questo Erasmus.

  • Parlare inglese con lo scopo preciso di sopravvivere, e non solo a caso e senza senso come prima.
  • Preparare pizza e lasagne.
  • Cambiare fuso orario, addirittura 2 volte in 1 giorno.
  • Arrivare a lezione in hangover e/o ancora ubriaco.
  • Lavare i miei vestiti.
  • Capire veramente cosa vuol dire "essere italiani", dal fatto di mangiare pasta tutti i giorni all'usare le mani per qualsiasi discorso.
  • Fare il bagno ed essere abbronzatissimo il 21 di Aprile.
  • Andare in bici sotto un'abbondante nevicata.
  • Fumare la prima sigaretta.
  • Pagare col bancomat meno di 1 euro.
  • Svegliarsi una mattina senza ricordarsi assolutamente un cazzo del giorno prima.
  • Iniziare i weekend il Lunedì.
  • Festeggiare San Patrizio (con schifosissima birra verde).
  • Prendere una nave (e che nave..).
  • Imparare a brindare in una decina di lingue diverse.
  • Rubare pizze e gelati non personali dal proprio frigo.
  • Studiare per più di 5 minuti una terza lingua (e ovviamente non imparare nulla...).
  • Capire di odiare profondamente la Tequila.
  • Fare serata in un'altra nazione.
  • Scovare orribili canzoni italiane tradotte in svedese.
E tante altre cose, che adesso non mi vengono in mente...

domenica 5 giugno 2011

Frammenti

Iniziare il weekend di Lunedi non è molto salutare, ma è figo.
La notte prima degli esami....si va fuori, si beve, e si torna tardi, rigorosamente e senza discussioni.
I bbq in un giardino botanico con pallone e frisbee annessi sono il miglior modo per passare la serata.
Sparta è il miglior posto per preparty e afterparty, disco falafel è il miglior posto per la musica, VG deve cominciare a bruciare.
Entrare alle nation alle 11 con la luce nel cielo e tornare a casa alle 3 con la luce nel cielo ti fa sentire profondamente strano.
Un festival a Copenghen chiamato "Distrortion" non può che riservare una vagonata di gente ubriaca stronca ma delle gran serate in compagnia.
Anche in Svezia hanno problemi di elettricità sui ponti.
Tuffarsi da 10 metri in un lago è da pazzi, ma chi non lo è?!
I corridor cleaning di domenica devono morire, sopratutto quando tutti sono fuori a gioire per gli ultimi giorni qui.

Frammenti. Cose che mi passano per la testa. Vita intensa, troppo intensa per essere scritta su un blog. E poco tempo, mai un momento senza fare nulla, ma questo è il bello. Questo è Erasmus, anche se fra 4 giorni è tutto finito....

domenica 29 maggio 2011

Un solo vincitore..

Come ormai dovrebbe essere chiaro a chi ogni tanto ha voglia di leggere questo blog, qualvolta mi piace mettere da parte un po' la mia vita da fancazzista in Erasmus e parlare di qualche altra cosa che reputo importante. Beh, questo è esattamente uno di quei momenti, quindi mi dispiace per chi rimarrà deluso.
Come più o meno tutti sanno, ieri è stata disputata la finale di Champions League fra Manchester e Barcellona. Non parlerò della nostra serata, manco a dirlo passata a vedere la partita fra giochi alcolici di ogni genere, e continuata in una nation, per poi essere finita in condizioni indecorose. Non parlerò neanche della partita, che ha offerto uno spettacolo secondo me di tutto rispetto, con un gol di Villa che difficilmente verrà scordato. Parlerò di un ragazzo, che di professione fa il giocatore, ma non famoso e acclamato come può essere un Lionel Messi o un Wayne Rooney qualsiasi.
Il suo nome è Eric, nato l'11 Luglio 1979, a Lione in Francia. Discreta carriera, divisa fra Francia e Spagna, pedina importante degli scacchieri tattici in cui è stato inserito ma mai veramente fondamentale. Arriva vicino anche a vincere un mondiale, perso poi ai rigori contro un'Italia allora ancora definibile "squadra", in cui segna pure dal dischetto.
Il suo nome diviene tristemente famoso il 15 Marzo 2011, quando su tutti i giornali sportivi viene riportata la notizia che al ragazzo è diagnosticato un tumore al fegato. La sua storia sembra una triste storia come tante altre, con un duro e difficile percorso che dovrà essere affrontato per cercare di uscire da questa brutta situazione. Per un momento pure le più dure rivalità vengono dimenticate, e il Real Madrid si presenta in campo con una maglia di auguri di pronta guarigione a Eric.
Ma certe volte, pure il mondo del calcio, dove oramai il business la fa da padrone e rimane poco spazio per la passione,  può regalare delle belle storie da raccontare. Il 3 Maggio, meno di 2 mesi dopo l'intervento, Eric entra in campo al 90' di una semifinale di Champions League, sotto un'autentica standing ovation di tutto lo stadio. La sua battaglia l'aveva vinta, ma evidentemente non era abbastanza.
Ieri, 28 Maggio, Eric gioca da titolare la finale di Champions League, rilegando in panchina un mostro sacro come Carles Puyol, 12 anni e 348 partite nel Barcellona, capitano di tale squadra e della Nazionale. Nonostante poco più di 2 mesi prima sia stato sotto i ferri per una difficile operazione, in campo gioca come se nulla fosse, disputando una gran partita di corsa e grinta.
Il finale della partita è noto a tutti, con un Barcellona che si impone per 3 a 1, e con Puyol, entrato solo alla fine della partita, pronto ad alzare la coppa al cielo. Ma in certi momenti ci possiamo ricordare che un giocatore, prima di tutto, è un uomo, e ne esistono alcuni veramente fenomenali. Uno di questi è proprio Carles Puyol, che dopo una finale intera passata in panchina ad incitare i suoi compagni, senza mostrare alcun rammarico per la scelta dell'allenatore, cede la sua fascia ad Eric, per permettergli di sollevare la coppa e non solo di vincere, ma di stravincere la sua battaglia.

La coppa che ieri Eric Abidal ha sollevato intorno alle 11 e mezzo non è solo un simbolo della vittoria di una partita. Non è neanche il simbolo della vittoria di un'intero torneo. E' il simbolo della vittoria contro quello che la vita ti ha riservato, di una persona che, nonostante tutto, ce l'ha fatta, e nel migliore dei modi.
E non ce l'ha fatta perchè si chiama Abidal, e perchè gioca nel Barcellona. La sua storia può essere cambiata con un nome meno conosciuto, una professione meno popolare, e così via, ma la vittoria finale ha comunque lo stesso valore.
Storie come quelle di Abidal servono a tutti, e vanno ricordate a lungo, perchè sono quelle di cui la gente ha bisogno. Per continuare a sperare, forse a sognare, sicuramente per gioirne dopo la vittoria.

venerdì 27 maggio 2011

We're mad!!!

La stupidità e la genialità non sono due cose opposte, come può sembrare e come la maggioranza delle persone pensa. Sono due cose molto vicine, certe volte molto simili, più di quanto ognuno possa pensare. Esiste una linea sottile, molto sottile, che può far diventare genio uno stupido qualsiasi, o che può far sembrare un idiota un uomo dotato di un grande cervello. Il segreto sta nell'individuare il limite, di cavalcarlo, e di non ricadere in uno dei due campi. E' un po' come la vita di un equilibrista: puoi essere geniale in quanto passi da un palazzo all'altro camminando su un semplice filo, a metri e metri dal suolo, ma basta poco per perdere quel precario equilibrio che hai e diventare uno stupido qualsiasi.
Durante la vita, uno deve imparare a conoscere se stesso, e quindi ad acquisire confidenza col suddetto limite. Mai essere banali, mai essere geniali, uno dovrebbe essere sempre nel mezzo, magari anche facendo cazzate che lo rendono stupido, ma avendo autentici colpi di genio che gli altri ricorderanno in futuro. Il tutto sta nella bravura di cavalcare quella linea sottile, quel limite che è tanto difficile da trovare, ma che regala immense soddisfazioni.

Stupidità è mercoledì sera, quando ti presenti a un party denominato "write on me" con l'intenzione di non essere firmato sulla maglia, ma stupidamente ti metti una maglietta bianca in quanto il tuo cervello è sconnesso dal resto del corpo. Il risultato finale è un'aspetto nel mezzo fra una rock star piena di tatuaggi e un pazzo furioso, in quanto per salvare la maglina hai acconsentito di farti firmare sul tuo corpo. Inutilmente, fra l'altro, perchè la maglia è stata macchiata ugualmente (Buddah e Andreino prometto che tornerà come prima, quella maglia ha un valore inestimabile...).



Genialità è giovedì sera, quando in una serata che non prevede preparty, hai l'idea di organizzare una festa in un corridoio che non è il tuo, senza dire niente ai suddetti ragazzi. Genialità è creare un evento su Facebook, denominando il party "Bud Spencer & Terence Hill night", presentandoti alla porta di tale corridoio con salsicce e fagioli, e ovviamente con il film "Altrimenti ci arrabbiamo", davanti allo sguardo attonito divertito e incazzato degli abitanti di tale corridoio. Genialità è riuscire a portare nel corridoio altri 5-6 ragazzi, ignari del fatto che quello era un party abusivo, in quanto il tuo carisma è sopra ogni altra cosa. Genialità è passare una piacevole serata insieme, davanti alla visione di cazzotti e sberle, ovviamente riuscendo ad entrare nel corridoio e usando la cucina per preparare salsicce e fagioli, altrimenti......altrimenti ci arrabbiamo!!!

martedì 24 maggio 2011

Dove potrai dire con calma io sto colma a Stoccolma...

Partiamo da uno stereotipo: italiani e portoghesi sono fancazzisti, rilassati, e sempre in ritardo. Se abbiamo un appuntamento, arriviamo sempre dopo, fregandocene, perchè è nella nostra natura.
Ecco, voglio dire che questo non è vero del tutto. Noi non siamo in ritardo, siamo solo dei fottuti professionisti: possiamo arrivare in ritardo agli appuntamenti di poco conto, ma se la faccenda è importante riusciamo arrivare all'ultimo momento, ma arriviamo sempre, non molliamo mai!! Il prologo di questo post è solo per giustificare il treno preso al volo venerdì mattina alle 7 per andare a Stoccolma, dove chiaramente qualcuno ha rischiato di rimanere a Lund, ma siglando un nuovo record nel tragitto Sparta-Stazione...
Detto ciò, narriamo un po' di questo week-end nella capitale. Dopo un'abominevole dormita durante le 5 ore di treno (di una compagnia che tutti gli svedesi definiscono schifosa, ma che io pagherei per avere in Italia) arriviamo a destinazione, all'1 di pomeriggio, sotto un piacevole sole e un bastardissimo vento. Posata la roba nell'ostello, ci avventuriamo un po' a piedi per la città. Il primo impatto è fantastico, in quanto riesci a vedere per la prima volta una "vera" città in terra svedese. Durante la passeggiata per il centro arriviamo a incontrare tipici personaggi locali, quali una signora completamente vestita di verde con un pappagallo sulla spalla, o un tizio ubriaco marcio alle 4 di pomeriggio il quale racconta con emozione i suoi viaggi ad Amsterdam nel quartiere a luci rosse. Durante il pomeriggio, inoltre, ritrovo con piacere l'interesse per qualche Milf locale di notevole valore (il più delle volte vestita da vacca sul Suv del marito cornuto), cosa che a Lund era mancata in questi 4 mesi per l'elevata presenza di gente di giovine età.
Arrivati alla serata, decidiamo di iniziare con qualche birra in un locale con musica jazz dal vivo, con un gruppo che molto probabilmente se avesse avuto più fortuna adesso sarebbe in vetta alle classifiche per come suonava bene. Presi dall'indecisione per il locale per la cena, decidiamo così di optare per un McDonald, dopo un'astinenza personale di circa 6 anni in cui mi ero trovato benissimo e che mi è toccato interrompere contro la mia volontà. La scelta della serata ricade verso un locale con musica dal vivo. O, almeno, questa sarebbe l'idea, visto che in questa città alcuni locali hanno il limite di età a 23 fottutissimi anni (e pensando che i night hanno il limite a 18, non voglio sapere cosa possa succedere lì dentro), così, demotivati e distrutti, ci avviamo a giro per i pub della città, terminando il nostro tour in un pub irlandese con band dal vivo composta da 4 loschi personaggi 60enni dai capelli rossi e dall'ubriacatura facile.
Torniamo così in ostello, dove prima di andare a dormire ci sta sempre bene uno spuntino in cucina, chiaccherando con 3 spagnole riguardo il mio aspetto che, secondo il loro parere, ricorda molto quello di un indipendentista basco (dopo la laurea l'ETA sarà il mio nuovo obiettivo).
La notte viene arricchita da spettacoli di ogni genere. Divisi un due stanze, a me e al povero Goncalo capita la camera col simpaticissimo ragazzo che ha russato come una bestia tutta la notte, provocando tutti gli insulti che gli ho rivolto mentre cercavo di addormentarmi. Nell'altra, invece, la notte viene arricchita da una scopata occasionale tra un ragazzo e una ragazza molto probabilmente inglesi, molto probabilmente fradici, con tanto di amici che, venuti a conoscenza di quello che stava accadendo, hanno pensato bene di produrre un report fotografico della nottata.
Il secondo giorno viene passato ancora una volta a giro per Stoccolma, visitando posti, musei e parchi naturali, trovando anche un concerto dedicato a Jesus in un parco locale, nel quale una simpatica signora prima ha affermato che sembravamo svedesi, dopodiché al termine di una corta conversazione ci congeda con un "God bless you" (avrei voluto rispondergli "and with his spirit", ma mi sono trattenuto).
Tornati in ostello, il preserata viene trascorso a bere gin e a parlare con 3 ragazzi americani in giro per l'Europa. Tempo 5 minuti viene subito individuato che uno di loro è il tipico "personaggio da evitare", per la logorrea ogni oltre possibile limite umano. Decisi ad andare fuori, capitiamo prima nell'Hard Rock Cafè più triste della storia, dove il numero dei barman era di gran lunga superiore a quello dei clienti, per poi finire la serata in un locale di musica metal pesante. Sentendoci fuori luogo per i personaggi presenti, passiamo la serata a parlare con un gruppo di ragazze locali, arrivando alla conclusione che secondo loro l'Italia è meglio della Svezia perchè ci sono le macellerie. Anzi, giusto per riportare le esatte parole, "perchè ci sono quei posti dove appendono la carne al soffitto che gocciola sangue sul pavimento" (non so se  invece di una macelleria aveva visitato l'appartamento di un serial killer).
Il ritorno all'ostello coincide con l'ennesimo spuntino notturno, dove ritroviamo l'americano logorroico che era stato prontamente seminato dagli altri due, per ovvi motivi di salute personale.
Svegliati il giorno dopo, veniamo a conoscenza di un maledetto furto dei nostri biscotti digestivi per la colazione (spero si sia cacato addosso chiunque l'abbia fatto) e passiamo l'ennesima giornata a camminare per Stoccolma, giusto per finire del tutto le nostre scarpe e pure i nostri piedi. Il treno direzione Lund viene preso alle 6 di sera, dove il caso vuole che vicino a noi ci siano un ragazzo e una ragazza svedesi, ma entrambi di origine bosniaca, entrambi di Sarajevo, con cui è stata instaurata una piacevole conversazione di 3 ore riguardo di tutto e di più.
Il ritorno in appartamento è coinciso con una puntuale pioggia, ma con la grande soddisfazione di trovarmi iscritto a un gruppo a nome Pedro Barbosa. Queste sì che sono le soddisfazioni della vita...

domenica 15 maggio 2011

martedì 10 maggio 2011

Rush finale...

Esistono delle situazioni in cui speri che il finale sia breve, che speri di arrivare alla fine il prima possibile, in quanto ogni momento è una tremenda angoscia e frustrazione. Succede in quei match di calcio tiratissimi (come non citare un indimenticabile San Piero - Pelago del lontano 2005 portato a casa col sangue) in cui vinci 1 a 0 e l'avversario attacca per gli ultimi 15 minuti con tutte le sue forze, tentando di recuperare la partita. Succede quando la tua ragazza ti trascina al cinema a vedere un film sdolcinato da quoziente intellettivo zero assoluto, in cui o il film finisce o te vomiti prima. Succede all'ultimo mese di università, in cui una situazione meteorologica favorevole si contrappone alla mazzata nelle palle di studiare per gli esami, con il risultato di avere la pelle di colore coniato col nome "bianco da studente universitario di Luglio".
E poi ci sono quelle situazioni, quelle fasi della vita, in cui ogni singolo istante verso la fine ti procura solo un immenso rammarico, in quanto speri che la fine non arrivi mai, che venga sempre posticipata. Succede nei week-end, quando pensi che il lunedì ricominci la vita di tutti i giorni. Succede in quelle giornate in cui sei felice e rilassato, magari davanti a un tramonto spettacolare col sorriso stampato in faccia (non me la tiro perchè in questo momento mi godo il tramonto su Copenaghen dalla mia finestra dal 5° piano, eh....). Succede, manco a dirlo e come era facile capire, quando realizzi che ti manca solo un singolo e fottuto mese alla fine dell'Erasmus. Succede che ti rendi conto di quanto siano veri i racconti che avevi ascoltato riguardo "5 mesi in Erasmus volano via", nonostante te pensassi "vien via, 5 mesi sono un'infinità". Succede che ricordi benissimo lo Welcome Party, e contemporaneamente sei a comprare i biglietti dell'aereo per tornare a casa (a proposito, 9 giugno, giusto in tempo per il Delirio).
Succede che ti accorgi di essere alla fine di quello che è probabilmente stato uno dei periodi più intensi e belli della tua vita, nonostante fatti buoni e cattivi accaduti nel mezzo. Sei così, con una sensazione che sta nel mezzo, come deve essere, fra la delusione di lasciare tutto quello che hai trovato qui, e il ritrovare tutto quello che hai lasciato in Italia. Ripensi a quello che hai combinato in questi 4 mesi, dai capelli che da zero sono diventati lunghi, al tuo inglese che speri sia migliorato (nonostante riesci ancora a confondere tomorrow con today), ai posti che hai visitato, al tuo fegato che ha cominciato ad assumere valori oltre la soglia umana. Pensi che difficilmente scorderai i momenti di pura gioia sulle note di Pedro Barbosa, di "Con un deca", sulle frasi "Where the fuck is Pedro?" e sui messaggi di Peter "Don't worry, I'm alive!".
Ma non c'è tempo per i rammarichi. Non servono, c'è solo da combattere. Quindi, per questo ultimo mese, il piano di battaglia è uno e uno soltanto: 1 kg di ragù alla bolognese e una pizza fatta in casa stivati in freezer, nonostante sia mezzo occupato abusivamente dalla roba della famosa vicina di stanza, una camera con alcool per ogni occasione, iniziare i weekend il martedì, e dare tutto, in modo che quando torni a casa manco i tuoi genitori sappiano riconoscerti. A loro l'ardua sentenza se sono riuscito nell'impresa, io vi lascio su un assolo di Frusciante per andare fuori e prendere alla lettera il mio piano!!!

domenica 1 maggio 2011

A Valborg non si dorme!!!!

Pensavo che l'allenamento di essere andato al Mugello durante il MotoGp fosse bastato per capire l'esatto legame fra l'uomo e la scimmia a causa dello stato pessimo che le persone possono raggiungere in quel luogo e in quei 3 giorni. Beh, evidentemente allora non conoscevo la parola "Valborg"...
30 aprile, Sista April per gli svedesi, ultimo giorno di aprile per noi, la tradizione vuole che in tutta la Svezia si festeggi l'avvento della primavera. E, manco a dirlo, esiste solo un modo da queste parti per festeggiare: bere. E non bere una sera, a un party, o a una nation. Bere l'intero giorno, senza pudore e senza limiti di alcun che.
Indi per cui, ritrovo ore 8.30 di mattina alla stazione, direzione parco di Lund dove le previsioni dicono che 20mila studenti si incontreranno per brindare alla primavera. Il rumore dominante è il tintinnio di bottiglie e lattine negli zaini, con un peso che molto probabilmente avrebbe sforato i 20 chili della Ryanair per essere messo nella stiva. Arrivati al parco, distese le coperte, sistemati gli zaini, levate le magliette e indossati gli occhiali da sole, iniziamo il nostro compito da ragazzi con la testa sulle spalle, cioè alleggerire il contenuto gli zaini per prevenire problemi alla schiena. La situazione si fa via via più degenerante, fra i soliti 145 cori per Pedro Barbosa (lalalalala), l'ennesima esibizione di una ventina di persone sulle note di "Con un deca" ma questa volta accompagnate dalla musica e dal testo, 5 litri di cuba libri bevuti con 4 metri di cannuccia, e così via...Nel parco inizia pure la musica, ma stare nel mezzo a un migliaio di cristiani alle 1 di pomeriggio sotto il sole ubriachi non è proprio la cosa più salutare che esista, quindi dopo aver rischiato il collassamento totale decido che forse e meglio girovagare in qua e in là.
La giornata viene tirata avanti fino alle 6, quando la gente comincia ad abbandonare il parco per evidenti limiti fisici che un essere umano difficilmente riesce a superare. Viene deciso quindi di tornare in corridoio col prode compagno Hugo, giusto per mangiare qualcosa a caso dal frigo che non sia la lampada per l'illuminazione, e ritornare a festeggiare. Dopo dei magnifici noodles alla carbonara (forse se mangiavamo liquirizia e mastice erano più commestibili) viene deciso di tornare al parco, giusto per vedere la fine del falò (qui si festeggia in questo modo) per poi svoltare in direzione Kamnarsvagen, dove era previsto un party epico su 3 corridoi. La situazione si presenta a tratti peggiore delle altre volte, a causa della quantità di alcool accumulata durante il giorno che stava ribollendo negli stomaci, quindi può capitare di avere dei lampi di genio quali decidere di scocciare tutti gli oggetti della stanza del povero Stefan al soffitto, compreso il sottoscritto al muro, oppure decidere di pitturare facce a caso senza un preciso movente, o ancora spacciarsi per un surfista professionista che almeno una volta l'anno se ne va in Australia a godersela. Il party viene finito con un'interessante conversazione in Svedese che non so come ho fatto a sostenere, e un viaggio verso casa che non ricordo esattamente, ma oggi mi sono svegliato, ero nella mia camera, avevo 2 braccia e 2 gambe, la mia faccia allo specchio sembrava normale, e questo è quanto mi basta....

lunedì 25 aprile 2011

Take me down to the paradise city where the grass is green and the girls are pretty...

Credo che non esiste meglio titolo che rappresenti la Svezia quando finalmente la primavera arriva. O, pensiero personale, l'estate, visto che sono passato nel giro di una settimana direttamente dal giubbotto pesante al petto nudo, nonostante i 20 gradi effettivi che oramai il mio fisico nordizzato riesce a percepirle come 35° il 15 d'agosto alle una di pomeriggio in spiaggia...
Per la prima volta in vita mia posso definirmi letteralmente fancazzista a frequentare ingegneria, in quanto siamo gli unici studenti che per Pasqua abbiamo la bellezza di 3 settimane e mezzo di vacanze, indi per cui mi trovo nella strana situazione mai testata fino ad ora di dover trovare qualcosa da fare per sfangare le giornate. Per questo motivo libero sfogo alla fantasia: settimana scorsa passata a """"""studiare""""""" nei parchi locali e in spiaggia, nonostante la poca presenza di persone in città per festività. Il risultato finale è un'abbronzatura che farebbe invidia pure ad agosto in un'isola greca, figurarsi a fine aprile in Svezia!!
Dopo un fine settimana con niente di particolare da ricordare, se non la mia seconda pizza artigianale per cena a cui il compagno di corridoio ha tirato fuori l'idea di aprire una pizzeria (molto probabilmente perchè non ha mai assaggiato una "vera" pizza, ma solo quelle locali col pesto che sono qualcosa da prendere a cazzotti il pizzaiolo), sono seguiti 2 piacevolissimi giorni di Pasqua e Pasquetta.
Il primo è stato trascorso a Vem, isoletta nel mezzo a Danimarca e Svezia dove la natura è padrona incontrastata, e dove 4 ore sono state spese fra picnic-pallavolo-bagno (temperatura dell'acqua   8 gradi, arrotondati per eccesso, ndr). Giornata passata a camminare e fare foto, e a scoprire che la popolazione locale la domenica mattina dopo la messa si ritrova al bar a bere birra (e perchè no?!), giusto per ammazzare il fegato nella maniera giusta.
Arriva quindi la Nice Easter, e quale metodo migliore per festeggiarla, se non con un barbecue?! Acceso il fuoco e svezzato lo stomaco con qualche bruschetta, rubiamo la griglia di un forno in mancanza di mezzi tecnici e cominciamo a cucinare la carne. Da vero italiano, o ancora meglio da vero fiorentino, mi rifiuto di presentarmi con qualcosa di facile e non pesantemente grasso da cucinare, come gli altri con hamburger o pollo, quindi da finto esperto mi compro qualcosa come un chilo di costolette di maiale e, dopo una lunga dolorosa e difficoltosa cottura, me le gusto con notevole passione e untuosità, compromettendo la salute di un corpo oramai distrutto dall'esperienza Erasmus.
Con la ciccia sullo stomaco e la birra ancora in mano, decidiamo che il miglior modo per digerire il tutto è un buon match a pallone scalzi sul prato locale, dove con la mia classe cristallina da giocatore datato ma che può ancora dare tanto al mondo del calcio regalo giocate memorabili quali assist al bacio, lanci da 30 metri e rovesciate con uno stile che neanche il miglior Dainelli avrebbe fatto di meglio. Il fatto che abbia giocato su una mattonella, che abbia corso si e no 50 metri e che abbiamo pure perso con un uomo in più è tutto relativo, si sa che la prima è per i ragazzi....
Concludo il post augurando, seppur con ritardo, buona Pasqua, buona Pasquetta e buona Festa della Liberazione a tutti, e includendo da vero infognato pure il video da cui il post prende il nome....

sabato 16 aprile 2011

Sea Battle, per gli amici Trombonave...

Vediamo un po' se, come prevedo, visto il titolo del post, riesco a raggiungere il record assoluto di visualizzazioni sul blog.
Sono vivo e vegeto, sono tornato a casa con più o meno tutte le componenti vitali funzionanti, e visto l'entità del viaggio non è poco.
Lunedì mattina, ore 7, partenza dalla cattedrale di Lund, direzione Stoccolma, obiettivo imbarcarsi sulla nave per Tallinn. Manco a dirlo il viaggio in bus si trasforma in un viaggio da scuole superiori, e alle 10 e mezzo vengono svezzate le prime birre, giusto per distruggere stomaco e corpo in partenza, come se i successivi 2 giorni non fossero abbastanza per tornare a casa con un fisico da pensionato. Dopo una sosta al Mac locale (in questo maledetto paese ce ne sono più che in America, io so una sega...) il viaggio prosegue, diviso in pullman tra giochi alcolici e la visione di "The social network", manco a dirlo riuscendo a carpire solo metà film.
Una volta arrivati alla capitale, la visione è paradisiaca: 16-17 gradi all'aperto (praticamente piena estate in Svezia) e una folla di almeno 1500 studenti in procinto a imbarcarsi sulla nave, chiaramente in coda (ci mancherebbe altro). Arriviamo così alla nostra cabina, uno scompartimento di 1 metro quadrato (arrotondato per eccesso) senza finestre e senza prese d'aria, condiviso in 4 personaggi di tutto rispetto, che dovrà essere la nostra base per i successivi 2 giorni. Prima tappa del viaggio: market tax free all'interno della barca, con l'acquisto delle nostre migliori amiche per il viaggio, cioè 50 birre estoni che ci terranno compagnia. Dopo un'oretta passata sul ponte a gustarci il sole, la partenza dal porto e il tramonto, ci dirigiamo verso il buffet della serata, malauguratamente free food e FREE ALCOL. Come vengono aperte le porte, lo spettacolo è assistere a una corsa di 20 persone che manco Bolt sarebbe riuscito a stargli dietro, verso il tavolo con vini e birre, tanto il mangiare non è molto importante. La cena va avanti fra brindisi, richiami della security, litri e litri di alcol (celebre la frase di Hugo "Fuck you guys, I'm going to die!!!") fra l'ilarità generale della gente e le bestemmie che avranno tirato i camerieri, vedendo il macello che si stava accumulando nella sala. Il tutto viene così dirottato verso la pista da ballo, dove 2500 studenti erano intenti a intraprendere una sfida personale con il proprio fegato. La serata va avanti con i soliti sketch senza senso, quali incontrare amici di amici sulla nave, portare Pedro in camera insieme alla security, e notare che in bagno aveva accumulato un notevole materiale che uno studente di chimica avrebbe potuto farci la tesi di laurea della specialistica e passare con 110 e lode. Abbandonata la serata alle 3 per manifesta inferiorità rispetto all'alcol del buffet (ma prima o poi mi vendicherò) il giorno dopo viene passato per Tallinn, dove lo spettacolo del mare ghiacciato all'arrivo era letteralmente mozzafiato. Da annoverare un discreto hangover durante tutto il giorno, con gente che non riusciva a parlare per più di 10 secondi di fila senza prendere una pausa. Frase rituale del giorno sarà "But Swedish or Estonian hour??" (il fuso fa brutti scherzi) giusto per impazzire ogni secondo per capire l'ora giusta. Tornati così sulla Baltic Queen per il secondo round, si inizia con un preparty nella nostra camera. Giusto per essere onesti, camera adatta forse alla dimensione di un cristiano, ufficialmente da dividere in 4, persone presenti: grosso modo 15, intenti a giocare a giochi alcolici imitando polli e tacchini. Al 145esimo coro per Pedro Barbosa, la serata viene dirottata verso il Karaoke, dove a momenti profondissimi sulle note di "She loves you" dei Beatles e "Scar Tissue" dei Red Hot Chili Peppers si sono alternati momenti di esaltazione pura con "I love you baby" e "Satisfaction" dei Rolling Stones. Dopo un altro centinaio di cori per Pedro Barbosa quindi ci spostiamo sulla pista da ballo, che rimarrà la nostra sede fino alle 6 del mattino, quando decidiamo che forse dormire un'oretta non sarebbe una cattiva idea.
Intraprendiamo così il viaggio di ritorno verso Lund, con il seguente bottino: 3 bottiglie di vodka e 24+6 birre finite in pullman in 7 ore di viaggio, con gente che è arrivata a Lund in delle condizioni indecorose pure per un centro di alcolisti anonimi, chiavi perse e stati di ubriachezza molesta.
Quindi, giusto per finire in bellezza, rispondiamo alla domanda che un po' tutti stanno facendo: "Ma sulla trombonave si tromba o no???"
Beh la risposta è.........














ma che cazzo ve lo dico a fare, prendere comprate il biglietto e testate da soli, che è uno spettacolo assoluto di viaggio.
Ps: nota per i soli esperti. Mi dispiace dirlo ma ho scoperto solo a Stoccolma che non era la trombonave originale, cioè la "cinderella" della Vicking Line, ma bensì la "Baltic Queen" della Tallink. Spero mi consideriate ancora un amico dopo questo sbaglio madornale. Alla prossima.

domenica 10 aprile 2011

Chiudete le valigie amici, si va a Tallinn Beppe!!!!

30 minuti. 30 fottutissimi minuti alla fine di questo schifo di settimana. Allo scoccare della mezzanotte forse aprirò una bottiglia di champagne per festeggiare forse la settimana più brutta e vuota della mia vita.
Finito lo sfogo, iniziamo con un po' di cazzate sulla vita svedese. Beh, c'è da dire che alla fine non ce ne sono troppe riguardo questa settimana, o almeno molte sono relative al mondo ciclistico.
Cominciamo. Martedi, obiettivo: riparare la special guest bike, rotta in precedenza per l'obesità di Marco, causa foratura e copertone distrutto. La diligenza svedese vorrebbe che il malcapitato porti la bici al biciclettaro, paghi la modesta e onesta somma intorno alle 300 corone, e torni a casa bello contento e felice. L'atrocità e voglia di fottere il mondo italiana, invece, vuole che tu trovi una bici semidistrutta a giro per Lund, rubi copertone e camera d'aria in buono stato, e monti il tutto sulla tua bici, fregandotene del resto. E' inutile aggiungere come è andata a finire, se non che specificare che il tutto si è svolto alla luce del sole, sul bordo di una strada, con la gente che tranquillamente ci passeggiava intorno.
Mercoledì, stessa serata a VGs, stessa gente, stessa storia, stesso posto....ah no scusate, questa è un'altra cosa. Niente di memorabile, se non fino alle 2, quando ho la malcapitata e stupida idea di voler tornare indietro con la prode vicina di corridoio compagna di tante avventure. Peccato che non avevo fatto i conti con l'ubriachezza molesta delle amiche, fattore da non sottovalutare. Risultato finale: ragazza cascata per terra, catena sgangherata, 1 ora spesa per tentare la riparazione (ovviamente in mezzo a 4 persone che parlavano solo francese, manca poco lo imparavo pure io), un ritorno verso casa spingendo la stramaledetta compagna di corridoio con la bici distrutta che non poteva pedalare, arrivo nel letto ore 3:35 quando poi il giorno dopo ci sarebbe stata la sveglia alle 9. Poteva andare peggio....
Giovedì, prima volta in Goteborg Nation. Per la prima volta, si può dire che ho trovato una nation minimamente simile a una vera discoteca. Fattore dolente la forte rappresentanza della popolazione locale, ovviamente non per motivi ormonali, ma per motivi puramente di salute personale, in quanto come già detto in passato i vichinghi e le vichinghe in pista non conoscono nessuno, le gomitate e le pedate volano come se nulla fosse, col risultato finale di tornare a casa con un'unghia mezza incarnita.
Venerdì prima cena di corridoio, e da vero itagliano medio non c'è niente di meglio che esordire con una bella pizza artigianale, senza specificare che è la prima che fai nella tua vita. Risultato finale personalmente apprezzabilissimo, nonostante il grave errore di comprare la farina di segale invece di quella normale (a chi afferma "ma sei uno stronzo" lo manderei in un supermercato svedese, a vedere se riesce a riconoscere la differenza nella lingua locale). Senza una grande voglia di uscire, decidiamo di giocare a un gioco domande-risposte chiaramente in svedese, dove la prima domanda che mi è capitata è stata: "vilken stad är den Ponte Vecchio?". Credo il senso si possa capire abbastanza...
Sabato corridor party in Sparta, piacevolmente addolcito dalla scoperta di una gomma bucata alla bici, chiaramente nel week-end, chiaramente nel momento in cui esci di casa. Festa tremenda, dove la gente arrivava guardava e girava il culo, conclusa con una camminata per tutta Lund con il prode compagno portoghese Hugo alla ricerca di un'altra ruota da fottere, chiaramente risultata invana. Unico momento veramente alto della serata: ritorno a casa ore 3, trovando 2 bifolchi intenti a caricare un carrello della spesa sull'albero di fronte allo studentato, e scoprendo il giorno dopo che sono riusciti a trainarlo fino alla cima (altezza del 4 piano). Ma come cazzo si può fare?????
Domenica splendida, sole, niente vento. Come non passarla in casa, senza bici, a pulire il corridoio??? Mi sembra la cosa più giusta. Almeno nel mezzo sono riuscito a trovare il tempo di fottere una camera d'aria e riparare la bici, almeno se me la ruberanno me la ruberanno in buono stato.
Detto tutto ciò, 8 minuti alla nuova settimana. Fanculo 4-10 aprile 2011, spero di dimenticarti al più presto. Domattina sveglia presto, ore 6:30 davanti alla cattedrale, c'è da levarsi dai coglioni,c'è da andare a Tallinn,  c'è da vedere la leggenda della Trombonave.....

martedì 5 aprile 2011

Finally spring....si due volte.....

La primavera arriva, peccato che in Svezia il sole continua a essere una leggenda metropolitana....
Altra settimana, altro giro, altro ospite nell'ostello Barducci a Lund. Questa volta prode compagno Ercole dall'Erasmus da Reading (da leggersi "reding") decide di occupare abusivamente la mia stanza per un po' di giorni. Deciso di concederci un giro per Copenaghen il giorno del suo arrivo con l'aereo, devo capire cosa ho fatto di male ai piani superiori (a parte tutte le bestemmie gratuite tirate nel corso della mia vita): giorno prima sole, giorno dopo quasi sole, giorno prescelto chiaramente pioggia battente e manco un raggio di luce in tutto il giorno. Da dire che la città in una giornata migliore sarebbe stata stupenda, ma vabbene comunque, anche perchè il giro a Christiania ha riservato l'ebrezza del non sapere se saremmo usciti vivi e non drogati dal quartiere...Non contenti, il meteo ci riserva anche una notevole quantità d'acqua nel tragitto dalla stazione a casa a Lund, sdegnandoci pesantemente e facendoci decidere di stare in casa la sera a guardare programmi di una stupidità inaudita in televisione.
Arriva così il venerdì, dove il programma prevede festa di compleanno (chiramente inventata come pesce d'aprile, ma visto il risultato finale sarebbe bene organizzarla tutte le settimane) in uno studentato dall'altra parte della città (tanto per cambiare). Inforcato il mio famoso mezzo e la "special guest bike" per l'amico anglosassone, ci avviamo verso la meta, con una fermata intermedia a ecologia per aggiungere al gruppo gli stupidi portoghesi. La festa si rileva una delle migliori in assuluto, con i soliti sketch casuali senza senso oramai famosi in paese, proposte di una indecenza inaudita al nuovo capitato in città, e la visione di gente che difficilmente sarà capace di tornare a casa con tutte e 2 le gambe. Risultato finale: una bici (non nostra) distrutta, un'ora a cantare "con un deca" fuori dalla stanza (canzone che oramai tutti conoscono e odiano causa nostra) e ritorno a casa a ore 6, col sole che faceva capolino.
Dopo un sabato passato a girovagare per Lund, per la serata viene scelto il "Anything but clothes" party, credendo alla presenza sovrumana di wurstel eccitati dal nome. La situazione invece si rileva migliore del previsto, con alcuni fottuti geni vestiti di giornali e scatoloni per onorare il nome della festa, interrota alle 3 dal DJ di turno, cioè un simpatico poliziotto che la gente ubriaca stronca aveva scambiato per uno in costume, chiedendogli foto insieme. Decisi di tornare a casa per l'inconveniente, sarebbe stato troppo facile andare diretti a letto "solo" alle 4, quindi la tv svedese ci regala un meraviglioso "The Blues Brothers" che ci cimenta in cucina fino alle 5, regalando la seguente immagine bellissima: il sottoscritto collassato sul divano, vestito come un Blues Brothers, a mangiare biscotti; Marco a spalmarsi un centinaio di fette di pane e nutella; francese, intenta a mangiare CHAMPIGNON CRUDI, affermando che poi non erano tanto male (l'erasmus fa molto male alle papille gustative).
Si arriva così alla domenica, dove il programma prevedeva Barbecue, mentre il meteo prevede lieve pioggia, tanto per cambiare. Risultato finale: dalle 3 a mezzanotte a Sparta, occupando abusivamente il corriodio di italici compagni, dove la cena ha regalato 20 minuti di pura follia che se fosse passata la neuro ci avrebbe sparato in colpo in fronte a testa con un fucile a canne mozze.
Partito così il compagno il Martedi mattina, si ritorna alla vita di sempre, quale rubare copertoni e camere d'aria per riparare biciclette, tentare di studiare, e ammazzare il tempo. Saluto tutti, mi dedico al mio progetto, e intanto si avvicina Lunedì prossimo, dove il programma prevede l'unico scopo dell'erasmus in Svezia, ossia testare la leggenda della Sea Battle per Tallin, altrimenti conosciuta come "Trombonave"...

martedì 29 marzo 2011

Free

E' arrivata la primavera, è arrivata l'ora legale, in Svezia continua a essere diaccino e il sole oggi è solo un lontano ricordo, ma in compenso la situazione comincia a rallegrarsi e gli svedesi pensano bene di mangiare il loro paninozzo tossico alle 12 (hamburger a quell'ora e dopo riuscire a studiare è comparabile a una prova di coraggio) outside dello studentcentrum, nonostante i pinguini che tengono compagnia....
Lunga assenza dal blog, un po' per motivi di studio, un po' per il fatto che non c'era molto di nuovo da scrivere, o almeno di diverso dal normale. Dopo una visita alla deludente Goteborg, gli ultimi giorni sono stati passati da vero turista per Lund e Malmo in compagnia di uno splendido Giuliani, giunto da Londra per acculturarsi sugli usi e costumi nordici. Giunto in una giornata soleggiatissima in Lund, decidiamo che il giorno dopo sarebbe stato perfetto per andare a Malmo. Si, grosso modo, levata la pioggia mattutina e il grigiore del cielo che non ha pensato minimamente di abbandonare il nostro viaggio fino a sera, che comunque si è rilevato piacevolissimo e costruttivo. Una volta casa, è stata intrapresa l'avventura di preparare una tegamata di Tiramisù per tutto il corridoio (10 uova), suscitando ammirazione e stima da parte dei coinquilini, ma molto probabilmente causando una notte di fuoco e fiamme al loro stomaco, nessuno escluso.
Non contenti delle nostre precarie condizioni fisiche, ci avviamo verso lo "Spring Break Party", dove l'evento chiappagrulli su facebook prometteva "cena messicana a 3 portate". Vorrei davvero conoscere il genio che ha avuto cotanta fantasia, visto che la cena consisteva in un vassoio di plastica a testa (che puoi trovare in qualsiasi mensa scolastica) con all'interno qualcosa di vagamente messicano, molto probabilmente comprato alla Coop locale. Chiaramente unica portata, a meno che non possa essere considerata seconda portata il ghiacciolino misero e triste dell'Algida di fine cena, anch'esso chiaramente e notoriamente messicano. A susseguirsi un party scialbo, abbandonato ragionevolmente presto per sdegno...
Per rifarci dalla delusione, quindi, è stata organizzata un'altra cena ieri sera, giusto per festeggiare l'esame passato in mattinata e l'ufficialità dello stato di "fancazzista". Chiaramente mi presento da vero italiano, portando 3 pizze schifosissime (quella al kebab non me la sono sentita di comprarla) e uno stomaco pressochè vuoto solo per mangiare più degli altri. Cena notevole, gustosa e nutriente, nonostante il 93% di carboidrati presenti in tavola fra spaghetti, paste e pizza. Il dopo cena è stato condito da piacevolissime e profonde conversazioni quali chiedere alle ragazze se apprezzano il pelo pubico rasato, quando costa un'orgia in Grecia, e quanto fanno schifo le versioni spagnole delle canzoni di Raffaella Carrà...
See u soon, la lavanderia mi attende, ma questa volta non sarà lei a vincere....

giovedì 17 marzo 2011

150.....

Ci sono pochi momenti in cui mi sento ancora orgoglioso di essere italiano. Uno di questi è quando sento parlare gente come Roberto Saviano, che nonostante parli solo e soltanto dei problemi del nostro fottuto Paese riesco comunque ad ammirare un uomo che lotta e mette a rischio la propria vita per il bene di una Nazione. Altre volte possono essere quando ascolti canzoni di grandi personaggi quali Giorgio Gaber, Fabrizio de Andrè o Francesco de Gregori, che nonostante siano apparentemente "solo" cantanti nascondono dietro questo mestiere un gran cervello e un amore profondo, nonostante tutto, per il proprio Paese.
Questi sono i momenti di orgoglio. Poi, vengono i momenti in cui ti chiedi cosa hai fatto di male per vivere in questo maledetto Paese. E questi momenti avvengono ogni giorno. Ogni giorno, quando per esempio cammini per strada, e incontri persone dalle italiche abitudini che non ti vanno giù. Quando accendi la TV, e senti delle mille ingiustizie che la gente è costretta a subire e delle cose che non funzionano e molto probabilmente non funzioneranno mai nel Bel Paese. Oppure quando senti parlare i politici.
Ecco, questa è la ragione principale per cui una parte di me odia profondamente l'Italia. Quando senti parlare gente che dubiti abbia in casa un diploma di grado più alto delle elementari, che pensi non sarebbero adatti neanche al lavoro di ciabattini, e invece ti rendi conto che ricoprono una delle cariche più alte, con uno stipendio così alto e con così tanti privilegi che molto probabilmente te non avrai in tutta la tua vita. Si, in questi casi io ODIO l'Italia, e ti senti quasi orgoglioso di vivere in Svezia per 6 mesi.
E' successo esattamente qualche giorno fa, quando per caso mi è capitato fra le mani il video di Mary Star Gelmini ospite a "Che tempo che fa" (unica trasmissione italiana rimpianta, insieme a "My name is Earl"). Ascoltare una sequela di cazzate assurde per mezz'ora, sapendo che esistono persone che realmente credono a quello che lei dice, e assistere ai meravigliosi giri di parole oramai famosi in ambito politico per evitare di rispondere alle domande (se notate bene il video non risponde mai esattamente a quello che le chiede Fazio, ci sarà un motivo) è peggio di una coltellata alla schiena. E ancora peggio è sapere che la gente se ne frega, dicendo che tanto qualcuno cambierà qualcosa, che le cose andranno meglio, quando in verità stiamo sprofondando in un abisso.
Ma non serve. Non serve a un cazzo parlare. Non serve a un cazzo scrivere un intervento su uno stupido blog riguardo quello che va e quello che non va in Italia. Servirebbe che la gente si mettesse in testa che il Paese, che l'intero Paese, è loro, di tutti gli italiani. Non solo di alcuni, non solo una parte del paese, ma tutto è di tutti. E tutti sono responsabili di com'è e di cos'è l'Italia, non la classe politica, o solo una ristretta élite di persone. Per questo motivo, non mi metto a dire le frasi comuni che si possono dire per questo giorno. Mi limito a sperare che questo 150° anniversario dell'unità significhi un anno in meno all'avvento di una Nazione, una vera Nazione, dove ognuno si preoccupa e partecipa attivamente a realizzare quello che vede intorno a lui. Dove nessuno pensa "qualcuno farà", ma dove ognuno pensa "io devo fare". Una Nazione dove ognuno pensa e agisce per migliorare, di cui non ti devi vergognare quando vai all'estero, ma ne devi essere orgoglioso. Lo spero vivamente! (e ovviamente buon San Patrizio a tutti)

Mi scuso per quelli che speravano in un post pieno di fighe-ubriacate-party-cazzate, ma vengo da una settimana amara delle suddette cose causa esami (5 ore di esame, con redbull e mars gratis, è peggio di un calcio nelle palle con le scarpe anti-infortunistiche) e malattia. Unico evento rilevante party di San Patrizio festeggiato un giorno prima, ma niente di rilevante da raccontare, se non che la buonissima birra verde bevuta che lasciava un retrogusto di qualcosa di schifoso in bocca. Spero di riprendere la routine il più presto possibile...

martedì 8 marzo 2011

Erasmus è anche studiare

Bisogna rendere lode a colui per primo che ha pensato all'Erasmus: vivere sei mesi in Svezia, con una camera tutta tua, viaggiando, andando alle feste, fottendotene di tutto e di tutti, ecc....C'è da ricordasi, però, che la parola Erasmus (lode a Erasmo da Rotterdam, colui che della vità capì tutto) è da connettere anche con la parola Università e, quindi, esami. L'importante è ricordarselo non 3-4 giorni prima del suddetto esame, come è capitato al sottoscritto, evitando così tour de force di studio da manicomio.
La vita va avanti, fra uno sketch e un altro. A un mercoledì sera solito in Vastgota nation, passato a bere tequila offerti dalla gente solo perchè sanno che a te fanno schifo (ma chi fugge davanti al nemico è solo un codardo!!) è seguito un giovedì sera al palazzatto dello sport a seguire una partita di handball. Decisione fatta solo per la gratuitità (azz che parolone) del match, ci siamo presentati 5 secondi prima dell'inizio, accaparrandoci non sappiamo bene con quale motivo 5 posti in prima fila. Susseguite le scene dei veri tifosi, quale iniziare con la domanda "Ma quale squadra è Lund?", dopodichè chiedere al tizio dietro "Ma è la prima o seconda liga??", bisogna rendere grazie alle squadre per aver dato vita a un piacevole match, finito col coronamento del migliore in campo (titolare della nazionale svedese, tra l'altro) con un cesto di formaggio e prosciutto.
Venerdì sera ricco di attività. Cominciato con un international dinner, dove ognuno doveva portare qualcosa da mangiare di tipicamente nazionale, quale miglior piatto potevo portare se non il riso alla birra, che notoriamente non ha un cazzo a che fare con l'Italia???  Almeno la gente ha apprezzato, o almeno me lo ha fatto credere, il che va bene uguale.
Usciti rimpizzati come dei tacchini dalla stanza, ci fiondiamo in un "Carnival Party". Decisione del vestito della serata: Blues Brothers. Grave scelta, visto che non avevo fatto i conti con la mia italica origine, con il risultato che la gente mi ha dato del mafioso tutta la serata....Per fortuna la mia "birra game over", con solo 10.4% di alchol, mi ha dato una mano a sopportare la cosa, anche se berla è stato paragonabile ad attaccarsi a una pompa della benzina e succhiare (tra l'altro potrebbe essere anche più economico, una lattina 2 euri, un litro di benzina 1.60, magari la prossima volta ci penserò....).
Non contenti di vestirci da idioti per tutta la serata, un prode compagno italico ha avuto la geniale idea di replicare un sketch del mitico Remi Gaillard il giorno dopo in mezzo a Lund, creando un traffico mai visto, e scoprendo che finiremo sulla tv locale (e non è uno scherzo) grazie al video girato. Questo è l'originale, il nostro arriverà a breve.
Giunti così al sabato, che paradossalmente qui non è troppo eccitante, la scelta è ricaduta su una festa in un altro studentato, ma vista la presenza di poche persone abbiamo deciso di levarci di torno. O almeno, quella sarebbe stata l'idea, se non avessi trovato la ruota della mia bici bucata all'uscita, il che a Lund è paragonabile a una catastrofe. Obbligato così a passare la serata in quel posto, il fato ha voluto concendermi il momento di gloria quando in stanza ho inforcato la chitarra e ho fatto partire il riff di "Sweet child o'mine", scatendando il pandemonio e portando la gente a cantare....per 20 secondi, dopodichè ognuno se n'è fottuto ed è ritornato a bere birra. Posso capire.
Nel frattempo, comincio ad amare l'università in questo posto, da quando ho scoperto che nel dipartimento di ingegneria è presente una sauna, ovviamente gratis. Sfruttata ieri sera, ammetto che però difficilmente riesco a reggere i ritmi svedesi, in quanto entrare in sauna con birra e uscire successivamente in terrazza con temperature prossime allo zero (don't try this at home!!!) non è troppo salutare per il mio fisico.

Concludo questo post augurando un buon "Fat Tuesday" a tutti, e non augurando a nessuno "buon festa delle donne" in quanto (opinione personale e discutibilissima) è una festa che simboleggia, più di qualsiasi altra cosa, la disparità che esiste fra i sessi, e personalmente penso che è una festa che non dovrebbe esistere, ma forse solo in un mondo perfetto e impossibile...

giovedì 3 marzo 2011

Pensieri

Letto. Serata così, non male, ma forse da dimenticare per tante cose. Mani dietro la testa, gambe divaricate, guardo smorto fissante il muro bianco sopra la testa, come se da un momento all'altro potesse cambiare aspetto.
Pensieri. Tanti, forse troppi. Pensi che nella vita hai sbagliato troppo, forse non hai mai azzeccato nulla. Pensi che nonostante i 20 e passa anni, le donne non le capirai mai. Pensi che il tuo modo di socializzare, forse il tuo intero carattere, andrebbe cambiato. Sì, perchè se sei qui, in questa situazione, è segno che qualcosa non va, che qualcosa è sbagliato, forse che tutto è sbagliato. Pensi che alla fine ne hai abbastanza, pensi che ti sei sbattuto di tutto, che sei sempre stato un perdente, e molto probabilmente sempre lo sarai.
Ma non è così. E' l'indole umana. Purtoppo, ti ricordi solo delle sconfitte, mai delle vittorie. Sì, perchè questo è il funzionamento. Le vittorie servono solo per goire e godere nel loro intorno, dopodichè svaniscono. Le sconfitte invece sono il futuro, perchè sono quelle che restano dentro, sono quelle che riemergono a galla ogni volta.
Ognuno, indipendentemente chi, dovrebbe invece ricordarle. Sì, perchè molte volte, se non sempre, sono in numero maggiore. Sono enormemente maggiori, ed enormemente più importanti. Inoltre, ognuno dovrebbe capire che tutto quello che considera sbagliato di se stesso, non lo è. Non lo è mai stato, e mai lo sarà. Perchè quello che è sbagliato ti istiga a migliorare, a perfezionare, a reagire. Nessuno nasce imparato, nessuno deve nascere imparato. Non avrebbe senso, sarebbe la vera vita da perdente. La vita è, anzi deve essere, una sfida continua. Con i suoi pregi, con i suoi difetti, con tutto il resto che circola intorno. La vera vita è misurarsi con i propri limiti, misurarsi con le proprie capacità. Solo in questo modo si riesce a vincere e, se davvero la vittoria dura poco, chi se ne frega. Ne arriveranno altre, sicuro, la vita è piena di belle cose. L'importante è che, quando sei in camera, sdraiato sul letto, a riflettere, ti ricordi che la tua vita non è quella serata. La tua vita non è il rammarico per una ragazza. La tua vita non è per la scelta sbagliata di quel giorno. La tua vita non è il tuo modo di fare che odi. La vita è tutto, dal primo all'ultimo giorno, dove hai passato serate sul letto a pensare, e molte altre a dormire beatamente, contento di quello che hai fatto. L'importante è ricordarlo, e ricordasi che domani è un altro giorno. Sì, un altro giorno, sicuramente adatto ad affrontare una nuova sfida, ma questa volta con maggiore esperienza. Con maggiore consapevolezza che tutte queste cose, senza escludere nulla, rendono la vita meravigliosa. Buonanotte.

Post non personale, o almeno solo in parte. Sono solo pensieri che mi sono venuti a galla dopo una conversazione e che avevo voglia di spararli da qualche parte....

domenica 27 febbraio 2011

L'intruso

Post-it personale: è inutile arrivare al week-end senza avere un cazzo da fare e con mille aspettative, se poi la cosa più entusiasmante che riesci a fare è andare in tutti i negozi di seconda mano della città cercando una cazzo di chitarra e riuscendo a trovare due pianoforti e una batteria....
Giunto alla fine della settimana più fredda di Lund, posso dire di essere più o meno sopravvissuto alla neve sparata in faccia mentre vado in bici all'università e alle mani che piano piano stanno scomparendo. Ciò però non vuol dire che non ci sia tempo e voglia per andare ai party!!
Mercoledì sera giorno del chiaccheratissimo "Animal Party", che la gente aspettava da un mese e di cui discuteva eccitatissima. Persone presenti: poche; persone vestite da animali: tendenti allo zero, levato due geni vestiti rispettivamente da pinguino e con una testa di cavallo, e un imbecille con addosso orecchie e naso da leone molto gaie (il sottoscritto). Serata scialba, passata a insegnare ai portoghesi il significato del "Jump of the quail", e risolta dall'oramai famosa francese in condizioni indecorose che è riuscita a interpretare a meglio il manuale "Quante cazzate può dire una ragazza ubriaca in una serata", finendo in cucina alle 2 e mezzo di notte a vedere una partita di poker con la tv a tutto volume (ancora non so come facciamo a essere vivi in questo corridoio) e il giorno dopo scusandosi con un "i realize today that yesterday maybe i was a LITTLE bit drunk, sorry!!". Beh almeno se n'è accorta....
Week-end passato all'insegna dell'intrusione, in quanto anche in questa città in Erasmus può capitarti di ritrovarti da solo causa viaggi-studio-malattie-cazziemazzi vari. Venerdì sera imbucato a Parentesen (due edifici a forma di parentesi, sticazzi che fantasia) a un compleanno di qualcuno che non conoscevo, con gente che non conoscevo. Epica impresa della serata farsi fare una parte di merda perchè QUALCUNO (senza fare nomi) aveva rubato una birra e l'aveva ceduta a te, prendendosi così la colpa del furto.
Sabato altro imbucamento a un compleanno in Sparta (se i nomi degli studentati della città vi suonano strani vi do pienamente ragione), in un corridoio che molto probabilmente oggi è stato pulito con benzina e fuoco, viste le condizioni invereconde in cui era stato ridotto. Serata passata da uno sketch all'altro, prima davanti a una lavagna insegnando a un greco come si scrive "due brutte puttane", successivamente a illustrare alle spagnole la pubblicità di Rocco Siffredi e Amica Chips, finendo a giocare a Hockey Table (il gioco più bello che abbia mai visto, a disposizione anche nel mio corridoio, http://hockeytablegames.com/images/game_swedish.jpg) alle 2 e mezzo di notte in una cucina con 3 sconosciuti poco raccomandabili.
Hasta la vista, vado a sgrifare, giusto per non morire di fame....

lunedì 21 febbraio 2011

Il mondo all'incontrario

  • In un corridoio Svedese la gente fa colazione della consistenza di una cena normale, mentre cena con 3 stronzate che io posso mangiare a colazione
  • In Italia non vedi l'ora che finisca la lezione all'università per levarti dai coglioni, in Svezia non vedi l'ora di avere lezione all'università per smettere di fare progetti, esercizi, relazioni, cristi e madonne
  • In Italia fai di tutto per non dover comprare il "Ruffino" da bere a cena perchè è tremendo, in Svezia lo puoi trovare come uno dei vini più economici e non è neanche tanto male
  • In Italia gli automobilisti s'incazzano se per caso tenti di attraversare la strada sulle strisce, in Svezia gli automobilisti s'incazzano se in prossimità delle strisce rallenti perchè stai arrivando troppo veloce e, anzi, DEVI passare
  • In Italia l'arancione è fra il verde e il rosso, in Svezia è fra il rosso e il verde
  • In Italia ci siamo incazzati una vita perchè Shumacher osava non imparare l'italiano e faceva le interviste in inglese, in Svezia fanno di tutto per avere tutta la tv in lingua originale e, quindi, niente in Svedese (come gustarsi "La vita è bella" in italiano una tranquilla domenica)
  • In Italia ti incazzi come una bestia quando stai in coda per tanto tempo senza senso, in Svezia la gente non se ne cura e anzi è contenta della situazione
  • In Svezia usi il bancomat dal lato opposto (non me lo ricorderò mai cazzo!!!)
  • In Italia il tuo nome (Alessio) è normalissimo, mentre il tuo secondo nome (Peter) è qualcosa di ridicolo e senza senso. In Svezia nessuno riesce a capire che cazzo di nome ti possono aver dato, ma il tuo secondo nome risulta normalissimo
  • In Italia alle finestre abbiamo almeno 16 cose diverse per la privacy e per serrare il tutto, in Svezia esiste solo una tenda esile davanti a un vetro (maledetto sole la domenica mattina alle 9)
  • In Svezia mettono un cartello "Non oltrepassare il recinto" con accanto una scala per farlo, sicuri della buona fede della gente. In Italia devi elettrificare il tutto, sperando che il malintenzionato non arrivi in deltaplano.
Concludo questo post filosofico stupido senza senso ringraziando tutti quelli che stanno credendo in me e in questo blog, in quanto ho passato le 1000 visite dopo appena un mese di vita (non voglio sapere chi sia quello che mi sta seguendo da Singapore!!). Devo però ammettere che è probabile la possibilità che abbia fatto 999 visite solo io, mentre le rimanenti sono da attribuire a ragazzini che sfruttano la pagina per pararsi il culo quando la madre entra in camera e loro sono su Youporn...

giovedì 17 febbraio 2011

Perchè Klostergarden è sempre Klostergarden...

Dopo un mese e qualche giorno di permanenza in terra scandinava ho appurato che il miglior posto per ora per le feste rimane klostergarden. Anzi, per l'esattezza l'accoppiata klostergarden-austriaci è qualcosa di così perfetto che ricorda molto la mitica coppia d'attacco Vialli-Mancini....
Detto ciò, andiamo con ordine. Martedi, ore 20.30, ritorno a casa dopo altre svariate ore passate davanti a un pc all'università, aspettando che con qualche assurda convergenza astrale il progetto che devo fare si scriva da solo. Dopo una cena composta da un numero in doppia cifra di wurstel e pomodori, in cui anche la francese mi ha guardato con uno sguardo misto fra il disgustato e l'affranto, decido di collassare sul divano per mezz'ora a gustarmi i Griffin in inglese, perdendo ovviamente metà delle cazzate ma facendo finta di nulla e ridendo quando gli altri in cucina facevano lo stesso.
Arrivo così alle 9 e mezzo, pensando che forse sarebbe più opportuno chiamare qualcuno con una barella per trasportarmi in klostergarden visto lo stato comatoso in cui mi trovavo, ma preso da un'irrefrenabile grinta afferro 3 birre dal frigo (birre del market, quindi con un massimo di gradazione alcolica di 3.5%) e mi avvio col mio prode mezzo verso la meta.
Ora è bene aprire una parentesi. Anzi, spero che il Cape prima o poi (anche se ci credo il giusto) legga questo post, in quanto persona ferrata in materia. Qualcuno mi deve spiegare perchè in questa città, in qualsiasi luogo tu sia, a qualsiasi ora del giorno, in qualsiasi direzione tu stia pedalando, hai un vento di 80 km/h e -5° C sparato in faccia che ti fa arrivare a destinazione ogni volta con le labbria ghiacciate e le stallattiti (da non confondere con le stallagmiti, http://it.wikipedia.org/wiki/Stalattite) penzolanti dal naso. Spero che qualcuno ci faccia una tesi di laurea perchè l'argomento è alquanto interessante.
Una volta arrivato nel luogo del fattaccio, è inutile descrivere l'ambiente che si presenta davanti agli occhi, in quanto è lo stesso descritto in ogni altro post su questo blog. La differenza è che questa volta sono passato dal vodka-sprite al vodka-fanta, quindi forse nel giro di altri 2 mesi riuscirò a bere qualcosa di normale.
Appurato che alla festa era presente il 90% di Little Italy in Lund (9 persone, ndr) l'atmosfera è stata scaldata dal siparietto creato dal ragazzo austriaco special guest della serata, che ha avuto la geniale idea di inventarsi i fatti che quella era la sua festa di laurea e che si sarebbe sposato la settimana prossima (entrambe cose palesemente false, ma vabbè...), e che quindi la tradizione vuole che lui debba fare una cazzata e tutti i suoi amici lo debbano a sua volta seguire in altre cose senza senso.
In questo modo la serata è stata condita da scene tipo firmare il culo di un uomo con una penna, vedere un ragazzo sotto la doccia con i vestiti contentissimo per la sua situazione, e via discorrendo fino ad arrivare alle 2 e mezzo, quando mi accorgo che in tutta la stanza eravamo rimasti in 4 e non capendo perchè avevo un qualcosa di non identificato intorno al collo ma comunque bellssimo.




Arrivato alla conclusione che FORSE era ora di levarsi di torno, recupero in qualche modo giubbotto e mi avvio verso l'anatra pazza (traduzione del mitico studentato di Vildanden, stramaledetto posto).
Ricordi della serata: uno splendido hangover il giorno dopo, cercato di sedare con qualche migliaio di caffè e una serata passata dalle 8 alle 11 e mezzo in cucina collassato sull'ormai mio migliore amico in terra svedese chiamato 'sofa' guardando un mitico Scary Movie 1, che ogni tanto ci sta sempre bene...

domenica 13 febbraio 2011

Italia Germania 4(-3) - 3(-2)

La bellezza di arrivare alla domenica, avere in programma il corridor cleaning, sgobbare come una bestia con altra gente che magicamente scompare nel nulla, e scoprire che alla TV svedese c'era l'unica partita della Fiorentina dell'intero anno che meritava di essere vista...vabbè...
Il tempo corre, la neve ogni tanto casca, il freddo del venerdi sera ti piega a metà. Questo può essere grosso modo il riassunto di una settimana di vita svedese.
Appurato il fatto che tentare di studiare nella sede di matematica in Svezia è come essere pisano da almeno 24 generazioni e tentare di amare Livorno, è buffo vedere come studenti e professori si possano sentire a casa in posti che considero ostili per antonomasia. I primi hanno a disposizione il posto e il lavello per le loro tazze, con tanto di nomi personali, con cui bevono quella cosa oscura che loro chiamano "caffè"; i secondi si aggirano per l'edificio in ciabatte luride e calzini bucati (non è un eufemismo, ma purtroppo l'umile verità). Settimana prossima molto probabilmente mi presenterò in pigiama per non essere da meno....
Mercoledì sono state appurate le oscure differenze fra il nostrano popolo latino e il crucchesco popolo ariano. Fissato per andare a vedere tutti insieme la partita Germania - Italia, con mille aspettative e forti rivalità, il risultato è stato ritrovarci in una stanza a guardare la partita in inglese su un canale arabo, con me unico italiano nella stanza e solo un tedesco realmente interessato alla match. Per la cronaca, era stato proposto di guardare la partita sulla Rai in streaming, ma è stato piacevolmente scoperto che non è possibile fare tale cosa da un paese straniero. Mamma Rai, sei utile come come uno scolapasta senza buchi!!!
Ora, vabbè che la situazione del calcio nel bel paese non è delle migliori, ma almeno fino ad ora ero stato abituato a vedere match in un clima amichevole-sarcastico-pieno di cazzate, con qualche birra a testa e qualcosa da sgrifare. La tradizione germanica vuole oscuro silenzio, almeno 10 birre a testa e niente esultanze durante i gol. Presi dallo sconforto di una partita che forse gli omini del subbuteo sarebbero stati più dinamici, ci avviamo verso il solito party del mercoledì sera in Vg, dove sono stati votati all'unanimità idoli della serata i seguenti 3 personaggi:
  • uomo con cuffie e ipod, che si aggirava e ballava musica completamente diversa come se nulla fosse
  • uomo in angolo che limonava con 2 figliole, scegliendo la migliore a seconda del momento
  • uomo che si avvicina e esclama "che belle basette che hai", cercando di toccarle, con conseguente fuga verso esseri di sesso femminile... 
Intanto la mia lista delle persone da uccidere si allunga: l'ultima new entrty è il fottuto bastardo che ha avuto l'idea di rendere accessibile l'università a qualsiasi ora e qualsiasi giorno della settimana agli studenti. Risultato: trovarsi sabato dalle 2 alle 8 in laboratorio a scrivere un maledettissimo progetto, e fare altrettanto la domenica sera alle 8. Ditemi voi se questa è vita da Erasmus....

domenica 6 febbraio 2011

Sunday, bloody sunday.....

Titolo dedicato alle nocche delle mie mani, oramai distrutte dal freddo e dal gelo, che pensano bene di cominciare a sanguinare la domenica mattina (ore 13.35, n.d.r) giusto per darmi il buongiorno.
By the way, vediamo un po' la definizione di week-end (fonte Wikipedia):

The workweek and weekend are those complementary parts of the week devoted to labour and rest respectively. The legal working week (British English), or workweek (U.S. English), is the part of the seven-day week devoted to labor. In most Western countries it is Monday to Friday. The weekend comprises the two traditionally non-working days in the seven-day week.

Quando arrivi alla domenica e ti accorgi che il tuo week-end è iniziato di Martedì, beh, capisci che della vita hai capito tutto (o non c'hai capito un cazzo, dipende un po' dai punti di vista). Ma andiamo con ordine.

Tisdag  2011/02/01
(sistema di date svedese, che Dio ti fulmini!!!!)
Destinazione Klostegarden, per compleanno di un austriaco, dove la tradizione vuole che se te vuoi uscire dalla festa DEVI essere ubriaco. Uscito dal mio appartamento alle 7 e mezzo, mi accorgo che nel giardino davanti a casa mia è impossibile stare in piedi. Molte idee passano per la mia testa:
  • Cazzo, il ghiaino svedese è molto diverso da quello italiano!!!!
  • Sono già ubriaco solo al pensiero che dopo dovrò bere??
  • Devo smetterla di fumare cannoni in camera, e te Rosafante non mi devi guardare male!!!!
Dopo lunghe e attente analisi fisiche e metereologiche, giungo alla conclusione che la pioggia e il freddo avevano formato uno strato di 3 mm di ghiaccio ovunque, dai marciapiedi alle strade, giusto per mettere a rischio la tua vita in un modo agile e piacevole. Così, partito col mio potente mezzo, a forza di drifting riesco a giungere a destinazione, più o meno sano e salvo! Il party consiste in una stanza per una persona, per l'occasione occupata da almeno 50 persone, intente a bere cocktail a caso e senza senso (sono arrivato a provare vodka-sprite dalla disperazione). Durante la serata si susseguono le solite scene senza senso, fra cui un notevole sketch con il mitico greco Costantinos:
- Can you give me a glass of Ramazzotti??
- E ci seiiiiiiiiiiiiii, adesso tuuuuuuuuuuuuu.....
(Ok lo so dopo di questa posso anche smettere, ma dovete sapere che il greco in questione ha continuato la canzone in quanto conosce Eros, quindi fate voi...)


Onsdag 2011/02/02
Destinazione Västgöta nation, per il solito party del mercoledi sera, dopo la solita coda del mercoledi sera, questa volta condita da una piacevole fottutissima pioggia. Solito party, niente di memorabile da ricordare, se non la frase del buttafuori "tu sei italiano, lo so che sei in svezia per le fiche, e per questo mi stai sul cazzo" (frase tradotta in modo diretto e spartano, ma il senso era assolutamente questo), e un ritorno a casa alle 2 e mezzo di notte, prima della solita lezione del giovedì mattina alle 8 dove prima o poi morirò....


Torsdag 2011/02/03
Piano della serata: ritrovo per la cena a Östgöta nation alle 7 e mezzo. Bello contento esco di casa alle 7 e 10, o almeno tento, in quanto in Vildanden pensa bene di scatenarsi un autentico uragano della durata netta di 7 minuti e mezzo, con un vento che potrebbe ribaltare le macchine e 3 cm di neve per terra (welcome to Sweden). Sconfortato, mi avvio a piedi verso il centro della città, arrivando così con solo mezz'ora di ritardo, e scoprendo che non c'era più nulla da sgrifare alla nation. La cena viene così dirottata su un buonissimo (leggasi schifoso) kebab locale, e successiva birra, discutendo su Bunga-bunga e altri italici orgogli all'estero.

Fredag 2011/02/04
Destinazione Hallands nation, sotto la solita maledetta fottuta e bastarda pioggia. Per la prima volta riusciamo ad evitare 2 ore di fila, ma il risultato è comunque pessimo dato l'umidità che si stava accumulando nelle ossa.
Durante la serata ho veramente capito cosa odio della Svezia: i cocktail!!! Abituato alle discoteche italiane, decido di ordinare un cuba-libre, sicuro che sia la bevuta giusta per la serata. Grave errore, visto che per i successivi 2 minuti si sarebbero accumulati sensi di odio-sconforto-disperazione alla vista di come sono i cocktail in questo paese: uno shottino (ripeto SHOTTINO) di rum, e una bottiglia di coca...Tentato dal desiderio di scavalcare il bancone e strangolare il barman, decido di andare via e mettermi in un angolino a piangere (ovviamente solo per suscitare la compassione delle bionde creature locali...)

Lördag 2011/02/05
Partita a bowling col mentor group, dove si prospettavano offese e infamate. Risultato finale: 3 tiri netti, e tempo per il gioco scaduto, in quanto eravamo troppe persone e ci eravamo divisi in 2 gruppi. In quei 3 tiri, comunque, sono riuscito a mostrare la classe cristallina accumulata nelle immense sfide allo Warner Village...
Dirottati così a mangiare in un pub, mi ritrovo successivamente in un preparty di solo crucchi e austriaci, tentando di mantenere alta la bandiera italiana (dove?!). Dopo qualche chilata di birra consumata, ci spostiamo in un corridor party che si prospettava molto interessante. 
Totale persone conosciute all'ingresso: 0; totale persone conosciute all'uscita: tendenti all'infinito, ovviamente già scordati la mattina dopo. Da ricordare una piacevole conversazione con una tipica svedese (non tanto alta, occhi scuri, capelli castani, ma giusto per essere chiari una bellezza comunque) su quanto possono essere diverse le abitudini dei due popoli:
- Ah, quindi te studi a Lund ma sei di Stoccolma, giusto?
- Si, mi ero rotta di stare in casa coi mia.
- Ti capisco, per me è uguale, a me tocca chiamarli su Skype ogni giorno, che palle...
- Mah, io non li sento da un mese, mi hanno detto "fuori da questa casa sono cazzi tua..."


Arrivato così vivo alla domenica, mi catapulto in cucina a farmi la colazione, con una faccia da serial-killer, trovando la cinese intenta a prepararsi paste al pesto (per la cronaca, il famoso pesto rosso, mai visto in italia, ma qui lo vendono) guardando "Robot wars" in televisione....I LOVE SWEDEN!!

domenica 30 gennaio 2011

Bardu 1 - Washing machine 1

Si dice che la sportività è una cosa importante nella vita, quindi mi sento in dovere di riconoscere la sconfitta alla seconda lavatrice in quanto ora i miei golf sono grosso modo ad altezza ombelico, roba che farebbe l'invidia pure dei Village People....quindi 1 a 1 e palla la centro....
La vita in questa città va avanti, in modo abbastanza lineare una volta trovato il normale equilibrio giornaliero. Tralasciando il fatto che il freddo della mattina mi ha fatto rompere per ben 2 volte il freno della mia bicicletta, posso dire di aver fatto la scelta giusta per queste prime 3 settimane, in quanto il clima svedese per ora è di gran lunga migliore di quello fiorentino, in quanto la temperatura non è troppo rigida e le giornate soleggiate si susseguono una dopo l'altra. Dalla finestra della mia camera al 5° piano oggi posso perfino vedere Copenaghen...
Detto ciò, oramai ho appurato che arrivare a giugno seguendo la fila di party ogni settimana sarà dura!! Mercoledì è stato festeggiato l' "Australian Day", tanto per cambiare in una nation, tanto per cambiare dopo almeno mezz'ora di coda al freddo. Cose inerenti all'Australia all'interno: tendenti allo zero, levato due tizi con la bandiera nazionale disegnata sulla faccia e un altro vestito con la suddetta bandiera (a meno che non vogliate considerare australiano un tizio/a vestito da troione, su cui si è creato un serio e lungo dibattito sul fatto che fosse stato un uomo o una donna..)
Dopo una lunga notte di festeggiamenti, dove mi sono pure sorpreso di trovare della (San)Buca da bere, e dove uno svedese si è esibito con una frase "you look like Maserati" (???) la serata si è conclusa dopo un'allegrissima camminata lungo tutta la città per tornare a letto alla modica ora delle 2 e mezzo, quando poi il giorno dopo alle 8 dovevo essere in laboratorio a dare il meglio di me. Fortunatamente il prode compagno "icelander" Hlodver (scoperto tra l'altro trentacinquenne e a Lund con moglie e prole a seguito) è stato di grande aiuto per sfangare la mattinata.
A proposito dell'università, è bene chiarire un paio di differenze fra la Svezia e l'Italia. In Italia i professori, di solito, sono di età non troppo giovane, devi parlarci portando rispetto e certe volte si sentono al di sopra della media. In Svezia i professori insistono per essere chiamati per nome, e per quello che ho visto l'età media non supera troppo i 40 anni. Nell'ultima lezione di Visione computazionale, in cui l'obiettivo era quello di trovare corrispondenze fra punti di 2 diverse immagini, il professore ha pensato bene di utilizzare una sua immagine nel suo ufficio, con maglietta degli AC/DC, Gibson Diavoletto in mano, mentre spara un assolo con notevole passione....
Quest'ultimo fine settimana mi è stato di grande aiuto per rispondere a qualche interrogativo della mia vita. Ho appurato, non sulla mia pelle fortunatamente, che bere whiskey-birra-vino non è il massimo della vita quando poi devi prendere la bicicletta, in quanto il geniale compagno portoghese è riuscito a cadere almeno 15 volte (arrotondando per difetto) lungo la strada. E per cadere non intendo perdere l'equilibrio, intendo cadere rovinosamente a terra distruggendo pantaloni giubbotto e bicicletta, e non sapendo come il giorno dopo si possa essere risvegliato con ancora 2 ginocchi funzionanti!!
Ho inoltre capito che il concetto di musica da discoteca in Svezia è qualcosa di abominevole, in quanto in ogni party si susseguono le solite canzoni trash-dance di notevole ridicolezza. I pezzi che vanno più da queste parti sembrano essere "Smell like teen spirit" e "Otherside" remix, per poi concludere ogni serata con la canzone "I belive I can fly" giusto per darti l'ultima possibilità per provarci con una figliola, dopodichè devi levarti di torno (ovviamente dopo un'altra mezz'ora di coda per il guardaroba, ci mancherebbe) e concludere la serata nel proprio corridoio a prendersi per il culo a vicenda con la francese, in quanto la sua stanza è una cosa normale e nella mia stanza mancano solo le balle di fieno rotolanti stile vecchio Western da quanto è spoglia e triste...
Concludo il post facendo gli auguri a Marcolino, dicendogli di immaginare che stasera sia insieme a lui dalla Fedora a tracannare qualche birra schifosa alla sua salute!!!

lunedì 24 gennaio 2011

Bardu 1 - Washing machine 0

Ogni tanto un po' di autostima ci vuole, quindi mi sembra doveroso iniziare questo post con l'esultanza per il bucato perfettamente riuscito!!!! Tralasciamo pure il fatto che qui in Svezia le lavatrici sono del tutto automatiche e che sono pure riuscito ad utilizzare quella sbagliata....
Detto ciò, si ricomincia una settimana dopo un week-end passato nelle nation. Anzi, per l'esattezza, in coda! Sì, perchè qui in Svezia usa avere una coda, lenta, interminabile e lunga in ogni posto e a qualsiasi orario. Al supermarket, dove la gente passa più tempo alla cassa che vicino agli scaffali. All'università, per prendere da mangiare e un caffè (ci vuole del coraggio per chiamarlo in questo modo, visto che assomiglia di più a una tinozza di fango). Ai semafori, dove pedoni e ciclisti si mettono uno di fila all'altro per aspettare il verde. Mi sembra quindi giusto e coerente che il venerdi e sabato sera, per andare a ballare, uno debba stare rispettivamente 1 ora e 1 ora e 10 al "diaccio", aspettando di entrare in un posto dove all'interno ci sono almeno 56 gradi e forse il costume da bagno sarebbe l'abbigliamento più adatto.
Questo fine settimana comunque mi ha fatto capire un paio di abitudini della popolazione locale. Innanzi tutto, ho capito che non è sicuro per la propria incolumità andare a ballare in una discoteca col 95% di svedesi. Ok, il tasso di bellezza delle ragazze locali è lontano anni luce da quello a cui sono abituato, ma ho scoperto che l'aggressività della popolazione (e in special modo del gentil sesso) in una pista da ballo è paragonabile al vecchio centrocampo della Fiorentina Blasi-Pazienza-Donadel, dove volavano gambe e cartellini come se nulla fosse. E' bene anche far presente che la musica non era per nulla "bonza" o "cattiva", ma poteva tranquillamente essere paragonata alle nostrane "Gianna" o "Sarà perchè ti amo"...
Seconda cosa che salta agli occhi è l'abbigliamento. In Italia siamo abituati al fatto che, per andare a ballare, un deve vestirsi di tutto punto, in modo da sembrare più figo e ricco. Qui invece vige la regola del "più stupido vince", quindi è normale prassi trovarsi a ballare con un cavernicolo di fianco, uno con la testa di maiale davanti a te e un parcheggiatore abusivo poco più in là. Per la cronaca, i nordici vengono vestiti in questo modo da casa, quindi non è rado trovarli con questi travestimenti pure in supermercati, ovviamente in maniche corte e pantaloni corti!
Dunque dicevo, c'era un italiano, uno spagnolo, un islandese e 2 svedesi....no, non è una barzelletta, ma semplicemente la composizione del mio gruppo con cui devo fare un progetto per l'università. Non voglio sapere cosa ne può venir fuori, visti anche i due discreti (leggasi nerd) personaggi locali, ma credo che sopravviverò comunque....forse.....

giovedì 20 gennaio 2011

Il cielo è azzurro sopra Lund

Dopo 10 giorni di permanenza in territorio nordico, oggi per la prima volta sono riuscito a vedere il sole, dopo giornate intere di cielo velato e nuvoloso dannazione....
By the way, primi corsi all'università iniziati, ed è già palese che sarà un'ardua lotta. Abituato all'italica usanza di non fare una bella sega fino almeno alla terza settimana di corso, qui i ritmi sono più serrati e dopo un paio di lezioni hai almeno una 50ina di pagine da leggere e un progetto da prendere in considerazione (nota per chi può capire: per ora Visione Computazionale se la lotta col buon vecchio Colombo in quanto a mattonata nelle palle, ma almeno lui ha la scusa di parlare in inglese con un forte accento nordico). Questioni da bruciati a parte, c'è da dire che sono arrivato alla conclusione che la bruttezza dei ragazzi di ingegneria non è relativa solo a Santa Marta, ma piuttosto internazionale, visti i soggetti di tutto rispetto che mi ritrovo accanto in classe. Detto ciò, è bene far presente che nel Paese delle bionde le lezioni sono arricchite da un paio di splendidi esemplari che speri smettano di studiare il prima possibile per non bruciarsi il cervello come è successo a diverse persone (me in primis...).
Per quanto riguarda l'ambiete, credo di non aver mai visto niente del genere in Italia: stanze per lo studio arricchite da splendidi tavoli (rigorosamente Ikea) con tanto di divani dove puoi tranquillamente (o no) rilassarti in giornate di pesante hangover. Credo di aver già visto un paio di ragazzi che dormivano pesantemente, col libro aperto sulla pancia....
L'avvenimento più cool della settimana il "Kick Off Glow Party" (non mi chiedete il motivo del nome) a una nation (leggasi organizzazione studentesca dove puoi bere a prezzi semionesti). Partito carico a pallettoni verso un preparty in camera di 2 australiani, l'atmosfera si scalda subito con sfide a Beer-Pong e tipici cocktail australiani: bicchierate di vodka liscia o rum liscio. Dopo una sana oretta, passata a parlare con gente perlopiù sconosciuta, inforco la mia splendida bici (che ogni giorno perde un pezzo diverso) e mi avvio verso la Nation, con tanto di cartina....inutile, visto che riusciamo a perderci e girare come degli imbecilli almeno 10 minuti prima di trovare la strada giusta!
Una volta riusciti a entrare, il clima è sempre il solito di ogni posto a Lund dove puoi fare festa: millemila persone radunate in un posto grosso poco più di casa mia, intente a bere cose a caso e a tentare di invetarsi un inglese per farsi capire da partner del sesso opposto. La serata si sussegue come sempre, con incontri casuali senza senso con gente che il più delle volte il giorno dopo diventerà tua migliore amica o non si ricorderà manco la tua faccia. Arrivati a fine serata (le 2, in questo mondo) credo di aver avuto un coccolone solo al pensare il dover attraversare mezza città in bici, senza sapere la strada, dopo un par di birre di troppo e poco cibo sullo stomaco, ma ogni tanto può andare bene e la francese vicina di stanza si è offerta di guidarmi fino al corridoio, dove sono stramazzato sulla tavola bevendo 1 litro di acqua alla goccia. Ah, per la cronaca il giorno dopo alle 10 ero pimpante (come no) a lezione, come oramai è la prassi.
Dopo una settimana di permanenza sto cercando di capire questo Paese. Un paese in cui gli adulti sembrano tanto aperti e cordiali, quanto i giovani sembrano chiusi e scontrosi. Un paese che ti mette una grinta sovrumana la mattina per andare all'università grazie al semaforo arancione che si attiva anche fra il rosso e il verde. Un paese dove l'acqua gassata è gassata e quella naturale...è gassata pure quella. Un paese dove chiunque conosce l'inglese, e dove ovunque puoi (e devi) pagare col Bancomat. Un paese dove ci sono piste ciclabili ovunque, dove ovunque c'è una pompa per gonfiare le bici, and so on....
Un paese che credo difficilmente capirò fino in fondo, ma come diceva il buon vecchio Leonardo da Vinci, "la sapienza è figlia dell'esperienza".

domenica 16 gennaio 2011

Un uomo solo al comando!!

Jag är Alessio, jag kommer från Italian, and so on....
Questi sono i frutti dei corsi di lingua e cultura svedese, non male no?! Anzi, è bene aprire una parentesi a riguardo.
Ora, finchè cerchi di farmi capire lo svedese, cantando canzoni stupide sulle note di "Mary aveva un agnellin", ci posso stare. Posso anche far passare il fatto che in svedese posso mischiare a caso il contenuto delle frasi, basta che il verbo sia al 2° posto, ok. Ma quello che non capisco è il vostro concetto di "cultura".
Proveniendo dall'Italia, dove credo che la cultura e il cibo sono le uniche due cose buone che ci sono rimaste, mi aspettavo che a un corso intitolato "Swedish culture and music" la faccenda riguardasse qualcosa di storico, come può essere Dante o qualcosa del genere. In Svezia, invece, la cultura riguarda le cose contemporanee, e infatti gli argomenti di punta sono stati Stieg Larsson e la scrittrice di Pippi calzelunghe. Ancora meglio è stata la parte musicale, quando si è presentato davanti alla platea il professore, alias un tizio biondo con una barba biblica (per capirci, uguale ai personaggi che puoi vedere nei film americani che passeggiano per le strade con un campanaccio e un cartello addosso urlando "Il mondo sta per finire!!!"), il quale prima ha riferito un po' di cose sugli orgogli nazionali svedesi come gli Abba e gli Europe, dopodichè ha inforcato un ukulele (ebbene si) e si è esibito un la platea, cantando tipiche canzoni da ubriaconi svedesi....
Detto ciò, posso riferire del primo party a cui ho preso parte, per l'appunto il "Welcome party". Iniziato prima un uno studentato, dove ognuno porta la roba che deve bere in quanto qui puoi ridurti sul lastrico solo comprando birre (20 euri una boccia di vodka, argh....) , si è presentato un piacevole sketch con un ragazzo svedese che mi chiedeva cosa vuol dire in italiano la parola caffè in svedese (per la cronaca "fika"). Dopo 2 piacevoli ore passate a raccontare stronzate, abbiamo inforcato i nostri grandi mezzi (o moto d'acqua, visto la situazione metereologica) e ci siamo diretti verso la festa, che si svolgeva dentro l'università. Dopo una piacevole mezz'ora di fila sotto la pioggia, siamo riusciti a entrare in un'autentica bolgia, dove le persone potevano andare in botta passiva per l'alcol che stava circolando. Nella serata si sono susseguite scene memorabili quali:
_ la presenza di un ragazzo austriaco, vestito da vero tirolese, e ubriaco come un vero tirolese
_ insegnare ai portoghesi il significato di "alla goccia" e ottenere la promessa che diffonderanno il gesto nel loro paese natale
_ cantare in mezzo a un gruppo di tedeschi a squarciagola "pappà l'americano" e ottenere l'applauso della folla perchè conosci l'italiano
_ presentarsi al bar e trovare il ragazzo americano urlare "gimme the cheapest beer, yeah!!!" in perfetto slang....
La cosa ancora più bella (o pessima) è comunque stato il corso di svedese la mattina dopo alle 11, dove la gente si è presentata in classe con delle facce che forse non sono visibili manco a sollicciano, e dove ho amato la mia macchinetta del caffè importata dall'Italia che è riuscita a farmi affrontare le 4 ore di sonno notturne.....
By the way, ho piacevolmente scoperto che per i prossimi 6 mesi, per andare all'università, è necessario affrontare una salita che nemmeno il Passo del Pordoi sarebbe stato peggio. Da qui il titolo del post, e la promessa che al mio ritorno in Italia sarò talmente in forma da non far rimpiangere il mitico Campionissimo!!